Forio: “Il giornalismo ischitano dalle origini a Domenico Di Meglio”, il nuovo libro di Nino d’Ambra
Sul muro color mattone, il nome “Milone” scritto su una targa marmorea non passa inosservato. Avranno a che fare con quei Milone? La palazzina antica dietro al muro è già un indizio, ma per sciogliere ogni dubbio basta attraversare la strada e fare pochi passi. Fino al portone di un altro palazzetto antico, dove di sicuro troverò la risposta. Già al di là del portone, in un bellissimo androne tanto accogliente quanto avvolgente con i suoi pezzi d’epoca e le fotografie e i ritratti – su tutti quello di Garibaldi – il CENTRO RICERCHE STORICHE D’AMBRA si annuncia custode attento e puntuale della memoria. Come prevedevo, Nino d’Ambra ha subito la risposta alla mia domanda:
“Sì, quella è la casa dei fratelli Milone, Girolamo e Cristoforo. Appartiene da secoli alla loro famiglia, è tra le case più antiche qui a San Vito, adesso ci sono dei discendenti”. E un ritratto di Girolamo, insieme ad altri di illustri isolani, è su uno dei pochi spazi liberi nella grande stanza attigua, quasi ovunque fasciata da libri. Eppure, lì è solo una parte della biblioteca che nel tempo si espansa in ogni angolo della casa. DIECIMILA VOLUMI, filo conduttore di un viaggio entusiasmante attraverso le epoche e i più disparati generi e argomenti. Perchè vari sono gli interessi culturali dei padroni di casa, Nino e Gemma, che collaborano nell’impresa di curare questa delicata e complessa creatura in continuo divenire. Anche se il massimo impegno, alimentato da una grande passione, è concentrato sulla storia isolana. Attraverso studi e ricerche compiuti ovunque conducesse qualche traccia utile per fare luce sul passato di Ischia. E i risultati di tutto quel lavoro si ritrovano nei tanti faldoni, anch’essi parte integrante della biblioteca, in cui sono conservati migliaia di fotocopie dei documenti originali scovati in tante altre biblioteche, da quelle napoletane a quelle visitate durante i viaggi fatti in giro per l’Italia e all’estero. Non solo nelle grandi capitali europee, dove con le tante dominazioni susseguitesi nel regno di Napoli e dunque a Ischia, sono presenti documenti importanti del nostro passato, ma anche in Tunisia, fin dai secoli delle invasioni barbaresche e delle deportazioni di massa di prigionieri isolani, come in Russia e perfino in Cina. “I viaggi che abbiamo fatto – racconta l’avvocato d’Ambra – sono stati sempre l’occasione per andare a cercare documenti che sapevo avrei trovato lì. Spesso, quando eravamo in gruppo, mentre gli altri andavano in giro, io passavo le mattinate nelle biblioteche a fare ricerche. E qualche notizia utile l’ho sempre riportata a casa”. Notizie utilizzate per illuminare punti oscuri della storia isolana, per ricostruire pazientemente, tassello dopo tassello, fatti e contesti. E non di rado retroscena fino ad allora sconosciuti o trascurati. Materia prima di tante iniziative promosse dal Centro nella sua vita ormai trentennale e di tante pubblicazioni firmate da Nino d’Ambra. Dal suo primo volume, “Nulla vogliamo dal sogno”, una raccolta giovanile di poesie del ’57 con la prefazione di Wystan Auden (proprio lui, il più grande poeta inglese del Novecento, che all’epoca aveva a Forio il suo buen retiro), alla grande biografia di Garibaldi, fino al più recente, anzi recentissimo, “IL GIORNALISMO ISCHITANO DALLE ORIGINI A DOMENICO DI MEGLIO”. Che, segno dei tempi, può essere acquistato on line sul sito www.lulu.com. LA STORIA DEL GIORNALISMO ISCHITANO Anche questa appena pubblicata è una RICERCA STORICA. Iniziata diversi anni fa, quando alla biblioteca si era già affiancata anche una fornitissima EMEROTECA di giornali isolani antichi e contemporanei, che continua ad essere costantemente aggiornata. Tante raccolte, un altro prezioso pezzo della memoria collettiva, non di rado consultato da visitatori e studenti per studi e tesi di laurea. A cui d’Ambra ha attinto, oltre che ad un’ampia documentazione più antica, per comporre per iscritto l’affresco dedicato a due secoli di giornalismo ischitano. Ne furono antesignani dei medici, sulla scia dei grandi intellettuali isolani del Settecento, che produssero giornali di scienza e medicina. Prima di passare il testimone proprio ai FRATELLI MILONE, autori di una svolta che rivoluzionò l’editoria isolana, benché entrambi fossero fieramente conservatori, strenui oppositori del nuovo Stato unitario e convinti filoborbonici, il che provocò sequestri e chiusure in serie dei loro giornali, che tuttavia si rigeneravano ogni volta con un nome diverso. Fu Girolamo a fondare “IL MONITORE”, il primo quotidiano ischitano, che riuscì a tenere in vita più che tutti i precedenti periodici. A cui seguì, sempre quotidiano “LA LIBERTA’ CATTOLICA”, che molto spazio (ma non solo) diede alla cronaca dall’isola, anche durante i terremoti a Casamicciola del 1881 e 1883. Numerose testate videro la luce sull’isola negli ultimi decenni dell’800 e i primi del ’900 e altre, invece, a Pozzuoli e nella zona flegrea, ma in stretta collaborazione con giornalisti, che svolgevano il ruolo di corrispondenti dall’isola. Di ogni periodico d’Ambra ha ricostruito le origini e la vita, le storie degli autori e le caratteristiche e specificità. Nel seguire l’evoluzione della stampa sull’isola nel corso del secolo scorso, l’autore si è soffermato sulle testate più rappresentative, di diversa ispirazione e impostazione: Da “LA VEDETTA DEL GOLFO” e “LA CULTURA” di MONSIGNOR BUONOCORE a “LA PROPAGANDA” dell’avvocato DOMENICO D’AMBRA, da “IL GERONE” dell’avvocato NICOLA MATTERA a “L’AQUILOTTO” di GIOVANNI VERDE, a “ISCHIA NUOVA” di VINCENZO TELESE che fu fondato in tempo di guerra e, con una interruzione nel ’44, continuò ad uscire fino al ’47. Quasi trent’anni dopo, nel 1974, con il SETTIMANALE D’ISCHIA fa il suo ingresso nel panorama del giornalismo isolano una esperienza decisamente innovativa rispetto al passato, diretta da DOMENICO DI MEGLIO. Che nel 1989 trasformerà il settimanale in quotidiano, “IL GOLFO”, il primo interamente isolano oltre un secolo dopo la creatura di Milone. “Sono stato tra coloro a cui Domenico Di Meglio chiese un parere sulla sua idea di passare dal Settimanale al quotidiano – sottolinea d’Ambra – e lo sconsigliai vivamente. Pensavo che a Ischia non ci fossero le condizioni per quell’impresa, che invece a lui riuscì, perchè Domenico alle capacità di giornalista univa quelle di grande organizzatore. Con questa pubblicazione, a cui ho aggiunto la parte finale su “Il Golfo”, ho voluto soprattutto ricordare e rendere omaggio a lui, un amico, e al suo lavoro”. In effetti, una prima versione della “Storia del giornalismo ischitano” Nino d’Ambra l’aveva preparata proprio per uno speciale de “Il Golfo”, di cui era assiduo collaboratore, oltre ad esserne stato per diversi anni Garante del Lettore, una figura che il quotidiano ischitano introdusse per primo, quando ancora non si usava da parte dei giornali italiani. Una delle felici intuizioni che nei suoi primi vent’anni di vita vide spesso “Il Golfo” di Domenico Di Meglio all’avanguardia nello sperimentare strade nuove nell’informazione “glocal”, facendone un “caso” a livello nazionale. Un’esperienza oggi correttamente e puntualmente inquadrata e storicizzata da d’Ambra. Nonostante il poco tempo trascorso in termini cronologici, una storia di giornalismo serio, che appartiene ormai ad un’altra epoca. Isabella Marino (QUISCHIA, il blog della gente di Ischia),
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