Breve ma veritiera storia del bacio (3° parte) |
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Scritto da Achille Della Ragione | |||
Lunedì 20 Luglio 2009 20:14 | |||
Breve ma veritiera storia del bacio (3° parte) Ritornando alle arti figurative a partire dal Cinquecento il bacio conquista sempre più spazio nelle composizioni, anche se talune volte vi è uno sfondo moraleggiante di condanna degli amori facili e degli incontri venali, illustrati da procaci ragazzotte sbaciucchiate da uomini brutti e vecchi. Tra questo tipo di immagini paradigmatico è il dipinto la Lussuria(fig. 0016) di Jacques de Backer conservato nel museo di Capodimonte. Un vero e proprio inno all’amore ed al pieno soddisfacimento dei sensi si palpa nel bacio appassionato tra Venere e Cupido(fig. 0017) nel quadro del Bronzino della National Gallery, nel quale il rito della seduzione viene premiato dal bacio divino che riconosce una consumata abilità, mentre i corpi di un incarnato lucente, porcellanato, sono fissati per l’eternità in una raffinatissima sintesi scultorea che ben esprime l’acme della voluttà.La pittura seicentesca, per quanto debitrice agli artisti del secolo precedente, è molto più libera di quella dell’ultimo Rinascimento, per cui ritroviamo baci sonori ed espliciti, scoccati con calore e sfrontato desiderio(fig. 0018) , anche in opere di pittori stellari come Rubens; ma il Settecento sarà il vero trionfo del bacio, infatti il secolo è tutto un elegante susseguirsi di corteggiamenti galanti e di tenerezze amorose. Il bacio schiocca vigoroso in scenari arcadici popolati da eleganti damine ed impomatati cicisbei o nell’intimità di segreti boudoirs al riparo da sguardi indiscreti. I pennelli più impegnati nel ritrarre in queste scene gradevoli di intimità buccale e di incontri ravvicinati… del quarto tipo sono Boucher e Fragonard, instancabili descrittori dei peccati commessi nelle alcove, in grado di materializzare sulla tela quel delicato fruscio di sete, di variopinte lenzuola, l’emozione di un incontro indimenticabile, salvo quando gli sbaciucchiamenti non avvengono en plein air, allora sarà il fruscio delle fronde a fare da eco alle dolci frasi sussurrate nell’orecchio ed al fragore di baci rumorosi, il tutto sempre in un’atmosfera spregiudicata e priva di inibizioni. I colori delle tele sono chiari e delicati, la pennellata rapida, vibrante, luminosa, mentre il bacio diventa sempre più lungo e peccaminoso(0019). L’Ottocento ha la palma del bacio più famoso(0020) in assoluto, quello immortalato da Francesco Hayez e conservato nella pinacoteca di Brera, un’icona del romanticismo, ripresa ed imitata all’infinito dalle scatole dei cioccolatini alla colta citazione del regista Luchino Visconti in una scena del suo film Senso. Sul versante del marmo Antonio Canova glorifica il bacio in un celebre gruppo scultoreo Amore e Psiche(fig. 0021) conservato al Louvre, nel quale dal freddo della materia inanimata sprigiona il vento delle passioni ed il fremito dei corpi che si congiungono in un bacio nitido e puro come acqua di roccia. In Francia Gerome rivisita e rende attuale l’antica storia di Pigmalione, scultore abilissimo che si innamora di una sua statua Galatea alla quale infonde la vita attraverso un bacio e la fanciulla assume forme umane di un tale splendore che ci vediamo obbligati a mostrarla con una visione a 360 gradi fronte retro(fig. 0022 – 0023). Le creazioni di Rodin, siano di marmo o di bronzo, trasudano di calore e di passione ed anche se non assumono sembianze umane come Galatea sono in grado di imprimere emozioni vivissime ed indimenticabili. Il Bacio(0024) segna una pagina unica nella storia dell’erotismo più sottile e raffinato. Con Klimt siamo già nel Novecento e nel suo famosissimo Bacio(0025) egli ha voluto immortalare l'attimo fuggente in cui universo maschile e femminile si compenetrano, materializzato nel gesto e nella crisalide aurea in cui i due amanti sono racchiusi, in un anelito di pura sensualità ed ascesi mistica. Ritornando alla scultura, stupefacente è la soluzione al quesito di come baciarsi escogitata da Brancusi, il quale interpreta il contatto tra due labbra(0026) come un immobile confronto tra due parallelepipedi informi al punto che risulta difficile identificare una sembianza umana; una scelta paradossale che mira ad esaltare l’essenza del bacio. Picasso, da gigante dell’arte, è libero da ogni convenzione figurativa e da qualsivoglia necessità di somiglianza e verosimiglianza, per cui del bacio (0027) ci regala una rappresentazione fuori da schemi corporei convenzionali e da costrizioni fisionomiche tradizionali. Pittura e scultura cedono negli ultimi decenni anche ad arti considerate minori, dalla fotografia(fig. 0028) al cinema, la prerogativa di illustrare la magia del bacio. Sullo schermo vi sono numerosi esempi di baci rimasti nell’immaginario collettivo da quello tra Clark Gable e Vivien Leigh(fig. 0029) in Via col vento, a quello tra Humphrey Bogart ed Ingrid Bergman in Casablanca o tra Marlon Brando e Eva Marie Saint in Fronte del porto, senza tenere conto dei numerosi baci elargiti a varie partner dal bello per eccellenza Rodolfo Valentino(fig. 0030). Anche le favole ed i cartoni animati celebrano baci casti, quanto dotati di poteri prodigiosi,(fig. 0031) come nella Bella addormentata nel bosco, mentre grande successo hanno pure la Bella e la bestia e Kiss me Licya, un famoso cartoon degli anni Ottanta. Film sui vampiri sono disseminati dal fascino morboso di baci al sangue, che ci rammentano quelli diabolici della visionaria pittura di Bosch. Un successo ultradecennale ed ancora attualissimo hanno riscosso i messaggini con frasi d’amore contenute nei Baci Perugina, mentre tra le canzoni ricordiamo la romantica Kissing a fool di Michel Buble’s, la rock band americana dei Kiss, il cogente paragone col pugno di sabbia dei Nomadi ed i 24mila baci del molleggiato Adriano Celentano. Una serie interminabile di citazioni che mostrano quanto il bacio goda buona salute e faccia bene alla salute, senza considerare la mononucleosi infettiva, la così detta malattia da bacio, ma davanti a labbra sensuali ed invitanti siamo pronti a correre qualsiasi rischio e, ne siamo certi, così si comporteranno i nostri discendenti fino all’ultima generazione(0032). Achille della Ragione
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Ultimo aggiornamento Lunedì 20 Luglio 2009 20:45 |