Italia: Elena Recco pittrice di pesci
Elena Recco (attiva tra la fine del XVII secolo e l’inizio del successivo) predilesse del padre l’iconografia marina, dove riuscì a raggiungere esiti più che cospicui. Ella si recò in Spagna, nel 1695, al seguito della contessa di S. Stefano, poco dopo che si era colà trasferito il genitore in compagnia dei suoi fratelli Tommaso, sacerdote ed Antonio e lì si trattenne per qualche tempo, lavorando per la corte, dove negli inventarî risultano alcune tele di soggetto floreale al momento non rintracciate, ad eccezione di Fiori e frutti (fig. 1)gentilmente segnalatami da Andres Perez Sanchez che ringrazio per la foto e per le notizie relative.
La tela, firmata “D Elena Recco”, è conservata nei depositi del patrimonio nazionale nel complesso della Zarzuela ed in un angolo vi è il numero 481, che nell’inventario reale del 1794 porta questa indicazione: “opera di Elena Recco pagata 80 reales”. Nel dipinto compare il bucaro, una ceramica tipicamente spagnola, che è presente anche in un dipinto del padre Giuseppe, conservato nel museo Narodowe di Varsavia, il quale è stato esposto alla grande mostra sulla natura morta tenutasi tra Monaco e Firenze nel 2002 – 2003. Tra le poche altre opere certe sono due composizioni di pesci, una (fig. 2) delle quali firmata, conservate nel castello di Donaveschingen, illustrate dal Di Carpegna. La critica ha affiancato a queste due tele un gruppo di altri dipinti conservati nel museo di Varsavia, nel museo Puskin (fig. 3) a Mosca e nella City Art Gallery di Leeds. Di recente in aste nazionali ed internazionali sono passate composizioni marine assegnate ad Elena Recco, due firmate (tav. 1 - 2) ed alcune in possesso dei caratteri distintivi per una attribuzione certa: una particolare tinta rosata delle squame unita ad una sprizzante vitalità delle prede appena pescate, che brillano lucentezza e trasudano l’umido del mare. Questi sono i caratteri patognomonici della pittrice, che nelle tele veramente sue, come quella (tav. 3) della galleria antiquaria Le due torri di Noceto, ben si è meritata il successo e la considerazione che godette tra i suoi contemporanei. Segnaliamo inoltre quattro pendants, il primo (tav. 4 - 5 ), già presso Lampronti, il secondo (tav. 6 – 7) esitato alla Finarte di Milano nel 2000, il terzo (tav. 8 – 9 ) transitato da Semenzato nel 1987 ed il quarto (tav. 10 - 11 ) in collezione privata. Infine vogliamo commentare una splendida natura morta presso l’antiquario Parenza di Roma con Pesci, fiori, frutta, ortaggi e selvaggina (tav. 12 ), un vero compendio delle specialità di Elena, non solo pesci, frutta e fiori, come nelle poche tele firmate, ma anche carciofi e volatili, uno spettacolare bodegon, percorso da un brivido di luce, che ci restituisce una pittrice completa e giustifica l’invito del re a trasferirsi in Spagna, un onore che veniva concesso solo agli artisti affermati. Purtroppo sul mercato circolano tele di modesta qualità che di Elena Recco hanno soltanto il nome imposto da antiquarî desiderosi di etichettare sempre e comunque qualsiasi opera, i quali, quando posseggono una natura morta ittica napoletana che non può reggere il nome di Giuseppe, propongono quello di Elena. Achille della Ragione
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