Barano: Altro che dormire per la Chiesa Baldino

Si è in attesa di duemilioni di euro stanziati dalla Regione per effettuare i lavori di trasformazione in un centro polifunzionale. Alla base del ritardo oltre alla cronica carenza di fondi nelle casse comunali c’è stato il veto degli altri sindaci su un finanziamento della Provincia negli anni passati.

LA VERA STORIA
Il sindaco dottor Paolino Buono e il prof. Giosi Gaudioso, questa mattina non ci potevano pensare quando hanno letto la denuncia apparsa su questo quotidiano. Un decennio fa si pensò di acquisire a bene pubblico una parte della storia e della cultura di Barano, riuscendo anche a trovare i necessari finanziamenti per l’acquisto, per evitare che cadesse nelle mani di qualche speculatore. La cifra spesa allora che non superava gli ottocento milioni delle vecchie lire pari a 400mila Euro, al giorno d’oggi sarebbe, senza nessuna ombra di dubbio, triplicata se la mia amministrazione, ci dice il sindaco Paolino Buono, decidesse di alienarlo. Questa, però, non è nostra intenzione e più avanti lo dimostrerò ampiamente. Ora per onore della verità storica bisogna ricordare, come fa molto bene il prof. Gaudioso, i fatti accaduti all’epoca: subito dopo l’acquisto del bene ci si attivò per la sua utilizzazione pubblica. All’epoca sia la Regione che la Provincia avevano finanziamenti da distribuire ai sei Comuni isolani, cosa di ben poco conto se venivano divisi mentre acquistavano una notevole importanza se venivano assegnati ad una sola comunità. Allora e il prof. Gaudioso ricorda gli altri sindaci isolani non ebbero nessun problema proprio su imput dell’allora sindaco di Barano prof. Gaudioso a far arrivare finanziamenti provinciali e regionali su richiesta dell’allora sindaco Brandi per la costruzione del centro direzionale che doveva servire per tutta la collettività isolana. Invece per quanto riguarda l’opera pubblica di Barano, all’unanimità  scrissero al ministero per non far arrivare i Fondi DUPIM alla Provincia che voleva partecipare alla costruzione del centro Polifunzionale per il 20% e che doveva nascere dalla ceneri della Chiesa Baldino. Questo non ha fermato l’azione amministrativa e l’ufficio tecnico ha elaborato e presentato il progetto di trasformazione nel parco progetti regionali riuscendo ad ottenere anche una promessa di finanziamento di duemilioni di Euro per la trasformazione della ex Chiesa Baldino. Non appena arriveranno questi soldi è intenzione della mia amministrazione, continua il sindaco Buono, di portare  a termine nel più breve tempo possibile i lavori.

IL PROGETTO PRESENTATO E AMMESSO AI FINANZIAMENTI REGIONALI
Il progetto prevede due tipologie d’intervento: una di restauro conservativo delle strutture, l’altra di ricostruzione critica. L’intervento di restauro conservativo interesserà le parti del complesso tutt’oggi riconoscibili e in discreto stato di conservazione. La ricostruzione critica, invece, riguarderà le parti crollate o in stato di avanzato degrado. Ovvero, quelle zone dell’edificio in cui le residue tracce non ne permettono una fedele ricostruzione. L’intervento di tipo critico intende ripristinare la volumetria pre-esistente, seppure con tecniche e materiali nuovi, in modo da poterne apprezzare l’articolazione spaziale dell’intero organismo edilizio. Le scelte progettuali sono dettate dall’esigenza di rendere il complesso architettonico compatibile con la nuova destinazione d’uso e rispondente alle normative vigenti in materia di accessibilità e sicurezza.
Dopo le opportune opere di messa in sicurezza delle strutture esistenti, mediante la demolizione delle parti pericolanti ed una serie di puntellamenti ed opere provvisionali, si procederà ad interventi in fondazione e al consolidamento delle parti strutturali ammalorate. In particolare i lavori strutturali consisteranno nella sostituzione dei solai crollati con nuovi solai in c.a., nel consolidamento delle volte, nella chiodatura delle pareti perimetrali e nella sostituzione delle piattabande in legno.
Al primo livello sono collocati gli ingressi principali dell’edificio che si aprono direttamente sulla Via Duca degli Abruzzi. Oltre all’ingresso della chiesa, segnato dal portale esistente, sarà realizzato un nuovo ingresso che disimpegna l’intero complesso mediante un sistema di scale ed ascensori interni. Il portone della chiesa sarà rifatto utilizzando profili in ferro e pannelli vetrati, la cui trasparenza permetterà una migliore visibilità dell’interno e delle attività che in esso si svolgeranno. L’ingresso posto sul fianco nord della chiesa sarà l’accesso principale del centro polivalente, che immette in un atrio “trasparente” che, oltre a disimpegnare i diversi ambienti del complesso, ripropone lo spazio del sagrato. L’ambiente sormontato dal lucernario ellittico, diventerà uno spazio ricettivo con servizi di informazione e orientamento, aperto sul paesaggio circostante attraverso una loggia. La nuova struttura, che prende il posto delle fabbriche fatiscenti, sarà costituita da un’ossatura di travi e pilastri in legno lamellare a vista che ripropone il motivo della “pergola” di stampo mediterraneo. I tamponamenti verticali esterni dello scheletro ligneo saranno costituiti da pannelli vetrati schermati da lamelle orientabili con funzione protettiva dai raggi solari. I tamponamenti orizzontali di copertura saranno del tipo “shed”, che permettono, al tempo stesso, un’adeguata protezione ed illuminazione degli ambienti interni. Gli ambienti interni disposti lungo i lati sud ed est, interessati dalla ricostruzione fedele dei volumi e delle facciate, saranno accorpati in un unico spazio aperto, sì da permetterne un’utilizzazione flessibile. Questo ampio spazio aperto può essere suddiviso, a seconda delle esigenze, in comparti diversi, grazie ad un sistema di pannelli scorrevoli. I collegamenti verticali tra i tre piani sono garantiti da un ascensore e da un corpo scala ubicati nel vertice nord-est del fabbricato. Accanto all’ambiente che ospita i collegamenti verticali si trovano i servizi igienici, due divisi per sesso, il terzo ad uso dei disabili. L’interno della chiesa non subirà modifiche, tranne quelle necessarie a migliorarne la fruibilità. Si provvederà alla sostituzione della copertura e delle capriate lignee con nuove travi in legno lamellare a sezione quadrata che sorreggono il manto di tegole in laterizio. È ipotizzabile anche l’utilizzo di pannelli solari per la copertura della chiesa.
Il secondo livello, oltre ai collegamenti interni con il livello superiore, conserva l’accesso laterale sul lato nord, caratterizzato da un’ampia rampa utilizzabile anche dai diversamente abili. Il nucleo centrale di questo piano, costituito dalla proiezione dell’invaso della chiesa, ospita i locali per l’amministrazione, un blocco di servizi igienici e il collegamento trasversale tra i due corpi laterali. L’ala nord, oltre la già menzionata rampa, accoglie ambienti di smistamento e d’accoglienza. I lati sud ed est ripropongono ambienti con caratteristiche formali simili a quelli sovrastanti.
Gli ambienti collocati al terzo livello saranno collegati con il piano superiore con la rampa esistente ed ospiteranno una serie di laboratori.

RIUTILIZZO
Il nuovo organismo architettonico, rinnovato ma non svuotato del proprio carattere primigenio, sarà destinato ad attività didattico-divulgative, alla formazione, alla produzione e alla vendita di prodotti artigianali tipici dell’isola d’Ischia. Per rispondere a tale funzione la struttura ospiterà spazi multiuso per conferenze, corsi di formazione, laboratori, riunioni, esposizioni, etc. Sono previsti, come necessario completamento, un punto d’informazione, una caffetteria, una libreria, uffici, sale per la didattica, spazi museali e servizi.
Una seconda fase del progetto prevede la realizzazione di altri spazi polivalenti con servizi annessi e laboratori di trasformazione da ricavarsi in nuovo organismo completamente interrato nel fondo a valle.